Ritrovarsi e fare musica sotto le Montagne Nere: l’integrazione dei minatori italiani nel Limburgo vista attraverso il patrimonio musicale
Maria-Meg Verbaan
Introduzione
Conosciamo storie di migranti italiani venuti nei Paesi Bassi per lavorare. Conosciamo gelatieri che hanno lasciato grandi eredità: persone che qui hanno lasciato il segno. Ma conosciamo gli altri? Dove sono finite le loro storie?
In questa parte del progetto il focus è su un gruppo ‘dimenticato’ di lavoratori migranti: gli italiani finiti nelle miniere del Limburgo. Per anni hanno lavorato per estrarre il nostro carbone dal sottosuolo. Lavori pesanti, con molti rischi per la salute, giornate lunghe e lavori pericolosi. Le loro storie vengono registrate solo occasionalmente, ma la tradizione è minima. In parte per questo motivo, negli ultimi decenni i musei si sono impegnati a raccogliere più materiale su questo gruppo di lavoratori.
Esempi di tali progetti sono il Museum Onderweg (https://www.museumonderweg.nl/migratielab) e l’iniziativa Ons Mijnverleden (https://www.cosimo.be/onsmijnverleden/). All’interno di questi progetti i migranti sono sempre più presenti, ma le loro storie spesso rimangono nascoste. Ho scavato negli archivi per scovare le loro voci e ho descritto i miei risultati in tre parti. La prima parte viene da una prospettiva scientifica ed è un’introduzione, mentre le altre due parti utilizzano un fenomeno culturale: la musica. L’analisi della parte due e l’intervista della parte tre mostrano quanto sia importante che le storie vengano raccontate. Le persone si riunivano e facevano musica per esprimersi: vi presento il rapporto.
1 La famiglia del minatore e la sua storia nascosta
La prima storia che vogliamo qui evidenziare è quella della scienziata Sonia Salsi. Salsi è italiana e ha svolto ricerche sulla storia dei minatori italiani nei Paesi Bassi e in Belgio. All’interno della scienza, come descritto nell’introduzione, questo campo è molto piccolo, ma per Salsi è stata proprio questa la motivazione per iniziare. Perché ha scelto un gruppo così “dimenticato”?
Per lei questo gruppo non è stato affatto dimenticato. È cresciuta in una famiglia di minatori; minatori italiani che lavoravano nel Limburgo sotto lo Zwarte Bergen per sbarcare il lunario. Salsi fu la prima donna della sua famiglia ad avere la possibilità di studiare, e la afferrò a piene mani. Ora è tornata in Italia, è una scienziata e si è dedicata a svelare il passato minerario della sua famiglia. Il libro che ha scritto su questo si intitola Storia dell’immigrazione italiana in Belgio. Il caso del Limburgo.
Il libro di Salsi mostra il sangue del minatore nella sua famiglia, il cameratismo che ne deriva, ma anche le difficoltà che i minatori affrontano ogni giorno. Il suo libro è un inno agli italiani del Limburgo, che hanno raccolto il nostro carbone.
Il progetto di Salsi è collegato a uno studio su scala più ampia dell’Università di Bologna. Alcuni scienziati hanno dato vita insieme a Minatori di memorie, un progetto in cui confluiscono diverse interviste e ricerche sui minatori italiani. Ritengono che i lavoratori migranti che lavoravano nelle miniere parlassero raramente degli eventi che circondavano le miniere e che la loro eredità non sia stata effettivamente trasmessa. Ma poche persone conoscono le storie personali di questo gruppo. Gli eventi traumatici vissuti dai minatori hanno un posto speciale. I disastri minerari erano comuni e lasciavano cicatrici importanti, ma sono spesso dimenticati nella memoria pubblica.
Sono proprio questi disastri che hanno plasmato la storia e lasciato un segno importante nella vita di molte famiglie. La ricerca degli scienziati continua a rivelare molte conoscenze su questi disastri “dimenticati” e sulle loro vittime. Secondo Salsi bisogna continuare a cercare e scoprire le storie personali legate a questo.
2.1 La musica racconta le storie!
Come mostra l’esempio di Salsi, abbiamo a nostra disposizione poche storie personali di minatori italiani. Come possiamo allora conoscerli e conoscere la loro storia? Dobbiamo tornare al Limburgo dei minatori stessi, alle storie che si raccontavano allora per imparare qualcosa su questa storia. La musica è estremamente adatta a questo: per fortuna gran parte di essa si è conservata, molta è stata archiviata e in essa sentiamo le voci degli stessi minatori!
Perché sì, i minatori cantavano. Negli anni ’80 Angelo De Simone, cantante che lavorava nel Limburgo, raccolse attorno a sé dei musicisti. Cosa avevano in comune? Le loro radici italiane, l’amore per la musica e il lavoro in miniera. Facevano musica e rapidamente diventavano un gruppo ben noto con il proprio sound. Il gruppo si chiamava Muntagna Nera; un termine che si riferisce al loro sostentamento. Di seguito sono riportati alcuni estratti dei loro testi:
Sfortunatamente, non abbiamo registrazioni della loro esecuzione originale della musica. Per fortuna, Graindelavoix, un noto ensemble fiammingo, ha pubblicato una cover dell’album originale nel 2012 per dare alla musica un nuovo posto. Il nome dell’album è, come potrebbe essere altrimenti, Muntagna Nera. Potete ascoltare le loro cover tramite il link qui sotto:
L’album può essere ascoltato anche tramite Spotify con il nome dell’artista Graindelavoix.
Esempio
Una canzone dal tono più tragico è ‘Mi voti e mi rivotu’, in cui il cantante canta del suo amore non corrisposto. Giura di non lasciare mai la sua amata, ma alla fine della sua canzone deve ammettere che un giorno lui morirà e lei rimarrà indietro: ‘’Lu sai quannu ca iù taiu a lassari (…) Quannu la vita mia finisci e mori’’. Trovo la tristezza e la tragedia di questa canzone anche in ‘Miniera’, la seconda canzone dell’album. Di fronte a ‘’un baglior di fiamme’’ l’autore contrappone madri, figli, sorelle e spose piangenti che piangono la partenza di figli, padri, fratelli e mariti.
2.2 La musica racconta le storie!
Ma non erano solo i minatori italiani a cantare. Anche le storie dei minatori olandesi e fiamminghi sono state registrate in musica dagli stessi. L’esempio più noto è forse l’album Witste Nog, Koempel del gruppo Carboon: questo gruppo era popolare negli stessi anni di Muntagna Nera e cantava musica per e dai minatori del Limburgo. I loro testi hanno un carattere diverso; vengono forniti maggiori dettagli. Consideriamo ad esempio i seguenti testi:
Le miniere vengono chiamate affettuosamente per nome e gli ispettori e i supervisori che non devono svolgere il duro lavoro vengono derisi. Per ascoltare la musica collegarsi al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=WFKVaGeeuNg&list=PL7nNuPVbI-36gmkgmdLfx3O7O5SFTeuNC&ab_channel=LimburgsMaedje1
L’album può essere ascoltato anche tramite Spotify con il nome dell’artista Carboon.
Confronto: cosa dicono i minatori?
Laddove Carboon ci introduce alla vita del minatore, Graindelavoix delinea una tradizione e un’identità culturale. In Witste Nog, Koempel il minatore parla spesso in prima persona, i minatori vengono chiamati personalmente per nome ed emerge l’immagine di un minatore crudo, indurito, scoraggiato ma anche orgoglioso. In Muntagna Nera il minatore stesso parla meno spesso e le canzoni sono intrise di amore tragico, nostalgia e identità collettiva: i minatori italiani conoscono le stesse danze, sentono lo stesso legame con la loro terra natale e sono tutti pieni di perdita. Sono orgogliosi della loro cultura e tradizione, ma non della loro esistenza come minatori. In questi due album la rappresentazione del minatore italiano da un lato e del minatore olandese dall’altro differisce sostanzialmente l’una dall’altra.
In entrambi gli album l’attenzione è rivolta alla differenza di potere, alla comparsa dei minatori, alla costante minaccia di morte, alla disoccupazione e all’amore per il paesaggio e l’ambiente.
3. Renato racconta la storia attraverso la musica
I minatori italiani cantano la loro Italia, la cultura, la danza, l’amore per il luogo in cui vengono oggi. La musica è un modo per esprimere emozioni, un modo per avvicinarsi di nuovo a ‘casa’.
Questo ci porta alla storia di Renato: un musicista molto noto nel mondo musicale di Utrecht. Abbiamo avuto il privilegio di intervistare Renato e chiedere della sua vita, del suo modo di restare attaccato e di sentire il legame con l’Italia. Renato afferma che la musica ha avuto un ruolo importante in tutta la sua vita e lo ha accompagnato in tutti i suoi percorsi di vita:
Frammento audio 1
Renato ha cantato come tenore con la sua banda. Una band che, come dice lui, era composta sia da musicisti italiani che da musicisti olandesi. C’era anche una donna, che in questo frammento viene etichettata come ‘unica’. Renato è chiaramente orgoglioso in questo frammento, orgoglioso di ciò che ha ottenuto con la sua musica e della sua posizione nel mondo musicale olandese qui.
Nel frammento seguente chiediamo a Renato come si è integrato e se la musica ha avuto un ruolo in questo:
Frammento audio 2
Sentiamo quanto Renato sia spinto a significare qualcosa per le persone che lo circondano attraverso la musica. Racconta come ha suonato per persone che erano temporaneamente ricoverate in ospedale o in una casa di cura nella regione di Utrecht e il piacere che ne ha tratto. Riguarda l’altra persona, il benessere delle persone. Renato è estremamente determinato a fare la cosa giusta e ha colto l’opportunità di farlo qui nei Paesi Bassi.
Conclusione
Laddove la scienza fa del suo meglio per scoprire i fatti riguardanti i lavoratori migranti, noi vogliamo contribuire raccontando le storie che accompagnano tutto ciò. Cosa hanno vissuto qui i lavoratori italiani? E come possiamo permettere a gruppi “dimenticati” come i minatori del Limburgo di raccontare la loro? Sonia Salsi ha aperto la strada a tutto questo con il suo bellissimo lavoro, riportando alla luce ciò che era stato ingiustamente dimenticato. Osservando il patrimonio musicale sia del versante italiano che di quello fiammingo-olandese e intervistando un musicista appassionato, emergono tracce di queste antiche storie. Ascoltiamo le voci dei minatori e dei cantanti stessi e sentiamo le loro emozioni mentre assorbiamo la loro musica. Cerchiamo insieme di custodire queste storie e di trasmetterle alle generazioni future. Perché la famiglia Salsi, la musica di De Simone e la passione di Renato non vanno dimenticate!